
Il tono tra l'humor nero e il dramma personale è funzionale, e riesce rendere interessante una storia che sembrava finita già nel racconto dell'exploit principale, riuscendo a costruirci intorno un piccolo mondo credibile (nei limiti) e dettagliato. Personaggi un po' sovra recitati come il fratello sbandato (ma chi non lo sarebbe diventato a vedersi morso un dito dalla vagina della sorella in giovane età?) o il dottore sono perdonabili, grazie alla forte carica personale messa dalla giovane Jess Weixler nel caratterizzare una teenager che cerca nella castità la risposta ai normali dubbi dell'adolescenza ma che nel suo caso risiedono in questioni più profonde, qui simbolizzate inequivocabilmente dalla dentata protagonista.
Menzione finale il discorso sul palco, perfetto nella visione distorta quasi da incubo e scandito dagli inquietanti cori simil-religiosi, ed efficace come poche altre scene nell'esprimere la confusione dell'attrice.
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