
La storia della piccola Marjane interpreta tutta la storia recente dell'Iran, dallo scià ai tempi moderni, senza mai avere la pretesa di voler giudicare processi storici mastodontici nella loro cieca ottusità, ma cercando solo di capire come siamo giunti a certe situazioni, e da dove nasca il distacco sempre più evidente fra l'occidentale e il medio oriente, riuscendo con leggerezza nella più difficile delle prove, quella di farci condividere le difficoltà di popolazioni che sembrano esistere solo perchè mostrate nei telegiornali, ma che ogni giorno soffrono e lottano contro realtà impensabili per noi cittadini Europei. In quei 90 minuti diventiamo iraniani anche noi, viviamo le stesse persecuzioni e ci indigniamo, piangiamo e ridiamo, mentre le bombe cadono, simili a quelle che cercano di zittire voci libere come quella della Satrapi, colpevoli solamente di cercare la verità.
Lo script così personale e forte diventa sublime grazie alla perfetta transizione dal medium cartaceo, e infatti c'e' solo stupore assistendo alle bellissime scene create direttamente dalle tavole originali. Gli sguardi degli stilizzati personaggi valgono mille parole, mentre alcune inquadrature sono il perfetto esempio di narrazione visuale, riuscendo a raccontare anche solo con pochi tratti profonde verità. Gli indimenticabili occhi curiosi di questa bambina sono forse una delle cose più sincere del cinema recente, secondi solo a quelli del critico bambino in Ratatouille.
1 commento:
humm, non ricordo nemmeno come ho fatto a ritrovarmi in questo blog.. comunque non posso fare altro che applaudire la strabiliante franchezza di Marajane!! a dir poco Incantevole !!!!!!!!!! e.
Posta un commento