Pensavo di aver visto il lavoro di sceneggiatore sviscerato in ogni suo dettaglio nel notevole Il ladro di orchidee, ma qui siamo un passo avanti, metacinema allo stato puro.
John August, collaboratore fisso di Tim Burton (il mestiere si vede in ogni scena), se ne esce con il primo lungometraggio alla regia e parte con il botto. La trama e' una sorpresa dall'inizio alla fine, ma a grandi linee racconta in capitoli tre storie apparentemente separate ma la cui tematica unificante apparirà chiara solo nel finale. Mentre la prima parte e' girata in bilico fra commedia e thriller, utilizzando gli stilemi propri di molto cinema USA moderno ma con personalità, la seconda e' interamente ripresa dal punto di vista dell'operatore di camera in un reality che segue lo sceneggiatore di un serial in produzione (!!!!). A parole sembra complicato, ma su schermo viene resa benissimo la dicotomia tra il creatore (sceneggiatore) e il creato (serial), che a loro volta sono oggetto di un medium esterno, il reality, con notevoli implicazioni: per il creatore e' importante realizzare il serial, anche a costo di spiacevoli scelte che sono pero' positive per la realizzazione stessa dell'opera, mentre nell'ottica reality piu' le cose si complicano e precipitano tanto migliore e piu' godibile e' il prodotto. E non a caso il protagonista confessa di cominciare a confondere la realtà con suo script, sentendosi come osservato da sé stesso mentre vive la propria vita. Senza tralasciare il tema dell'identità, siamo di fronte a un trattato sull'essenza stessa della realtà e la sua percezione, con linguaggio cinematografico.
E quindi arriva la terza parte che, con stile da fiction televisiva (e qua ci ricolleghiamo alla stratificazione dei medium) stravolge e reinventa la storia in modo tanto inaspettato quanto soddisfacente, senza forzature e con il piacevole senso di circolarità delle migliori opere.
Non si dimentica facilmente la poliedrica interpretazione di Ryan Reynolds, che ora seguirò con piu' attenzione, e l'incredibile presenza di Melissa McCarthy, che illumina ogni scena col suo sorriso, mentre lascia senza fiato l'accompagnamento sonoro, soprattutto nella parte iniziale e quella conclusiva.
Ed ora cercate gli altri 9, dato che questo film lo e' di sicuro un bel 9.
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1 commento:
yeah... love this thoughts ))
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