E' bello riuscire a essere cosi' freschi, cosi' innovativi e cosi' divertenti, e pure emozionare. In un film di animazione. Ma non tutti possono riuscire a farsi comprare dalla Disney e avere ancora il coraggio (supportato dalla qualità assoluta) di mantenere la propria identità artistica senza nessun cedimento. E infatti non tutti si chiamano Pixar.
E' incredibile, sulla carta questo progetto era il piu' rischioso affrontato finora. Non ci sono animali pucciosi, giocattoli antropomorfi o al limite macchine umanizzate, ma dei TOPI. Si, proprio dei fottuti topi, quei simpatici animaletti rinomati per le igieniche frequentazioni e le noie che creano alle abitazioni, e che spesso non fanno gridare di gioia il gentil sesso! E l'argomento principale del film, la cucina, a chi poteva interessare? Non ci si poteva credere. Ma fortunatamente questi artisti ci hanno creduto, e fino in fondo, tirando fuori forse la loro miglior opera. La trama che in altre mani sarebbe stata materiale per un misero direct-to-video qui diventa epitome di Cinema con la maiuscola. Ci sono alcuni sviluppi lasciati un po' per conto loro, ma la fluidita' della narrazione li fa diventare dei piccoli diamanti che impreziosiscono il piatto principale. E che piatto: riguardo la qualita' delle animazioni non serve neppure piu' parlare, ma che dire dell'uso assolutamente strepitoso dei movimenti di camera che fa impallidire qualsiasi produzione, a prescindere dal settore? O dei personaggi divertenti, mai macchiette ma anzi con sentimenti e piccoli tic che li rendono vivissimi? Senza dimenticare i topi, protagonisti assoluti di un microcosmo colorato e paragonabile per bellezza alla Parigi che ospita la storia. Una storia che conquista fin dalla prima scena (la citazione di Il buono il brutto il cattivo con il fermo immagine di Remy che scappa e' fantastica) e regge ogni minuto della pellicola, risolve tutto in anticipo, facendo scomparire i ritriti finali che tirano le somme quasi per dovere, e chiude deliziandoci con un siparietto imperniato sulla figura del critico, che riesce a commuoversi e riscoprire il piacere del cibo dopo una carriera dedita alle recensioni-stroncatura... Al che non si puo' che sorridere pensando a questi geni che hanno lottato per portare avanti la loro visione pura, in un mercato che vede questi film unicamente come trappole-acchiappa-soldi-senz'anima, nei quali basta inserire un contentino/parodia/canzone anni '80 stile "ehi, cioe' hai visto", che solo gli adulti possono cogliere per far gridare alla sottigliezza del nuovo capolavoro. Quindi ad ognuno il suo posto, e il posto per Ratatouille e' tra i film (non cartoni) di assoluta serie A.
sabato 22 marzo 2008
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2 commenti:
Stupendo. Su tutto. La scena dell'inseguimento (vespa, Senna, barche) è venuta meglio (movimenti di camera) di quella con cui apre l'ultimo 007 su per i tralicci.
Il parkour gli fa na sega a sto film!
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