mercoledì 2 aprile 2008

Idiocracy (2006) di Mike Judge

Mike Judge, creatore di Beavis e Butthead, dopo il divertentissimo Office Space fa ancora centro con questo nuovo progetto. La storyboard e' tanto semplice quanto geniale: il governo seleziona statisticamente l'uomo medio e la donna media per un esperimento di ibernazione, ma per errore invece di essere risvegliati dopo un anno, si ritrovano 5 secoli nel futuro, in un continente americano completamente cambiato: infatti la popolazione, privata dei naturali predatori naturali, e' diventata talmente pigra e svogliata da perdere pian piano ogni traccia di intelligenza, fino a sfiorare l'idiozia.
Quindi ogni abitante vive in funzione della televisione, incollato alla poltrona e cibandosi solamente di junk food; l'aqua e' stata bandita ed esiste solo un integratore azzurrino, Brawndo:l'ammazza sete, talmente pubblicizzato e spinto dalla multinazionale produttrice da venir usato anche per l'irrigazione dei campi, con conseguenti estinzione della vegetazione e trasformazione in deserto di ampie parti del territorio. Che dire poi di grattacieli che si appoggiano e sostengono l'uno sull'altro per una progettazione errata, o del fatto che Il presidente degli Stati Uniti d'America sia un enorme wrestler nero di nome Dwayne Elizondo Mountain Dew Herbert Camacho?
Sfruttando i paradossi di un personaggio che all'improvviso si ritrova ad essere la persona piu' intelligente del pianeta, assistiamo ad una nerissima analisi dei vizi e difetti di un popolo, quello americano, che non e' poi cosi' lontano da noi come puo' sembrare. E quando incontriamo la scena del parlamento, popolato solo da individui che gridano e si attaccano l'un l'altro mentre il presidente governa il tutto da un palco quasi fosse uno circo, oppure ci accorgiamo dell'onnipresente pubblicita' che invade ogni spazio sui vestiti di tutta la popolazione, e lo confrontiamo con tante cose che si vedono nei nostri tempi, viene da chiedersi se stiamo veramente diventando tutti piu' stupidi senza accorgercene. E forse c'e' un po' meno da ridere di quello che credevamo.

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