domenica 6 aprile 2008

Sublime (2007) di Tony Krantz

Strano film questo Sublime. Osservando il poster potrebbe sembrare il solito filmaccio sulla falsa riga dei torture-horror tanto di moda. Poi ci ficcano dentro pure una tetta vista da tre quarti (che -curiosamente- ho notato mancare dalla versione per certi mercati, e qui si capisce ancora meglio quello che sto per argomentare), segno che il reparto marketing ha svolto il suo compito di rubare qualche noleggio/acquisto a persone che poi resteranno chiaramente deluse da un DVD che non rispecchia cio' che e' sottinteso all'esterno. Fortunatamente evito di farmi sviare da simili trucchetti e quindi, seguendo impressioni positive pescate qua e la' nella navigazione quotidiana, mi sono accinto alla visione. E posso dire di non aver sprecato il mio tempo.
Senza voler troppo spolierare, data la natura particolare della trama, mi limito a dire che viene raccontata la storia del protagonista George, il quale deve sottoporsi ad una operazione di routine in ospedale, ma non tutto va per il verso giusto...
La storia principale e' intervallata da una serie di flashback che aiutano pian piano ad entrare negli eventi ed inquadrare meglio certe scene all'apparenza insensate, non senza tenere sempre sbilanciato lo spettatore con situazioni surreali, che potrebbero infastidire i meno pazienti (vd. nota iniziale sul marketing). Quelli che non hanno fretta vengono invece ricompensati da un'organizzazione narrativa sì derivativa (quello a Jacob's Ladder e' piu' che un omaggio), ma anche interessante e minuziosa, con una risoluzione che, pur nel suo essere qualcosa di gia' visto, non manca di avere cuore e stile (onore al regista e al direttore della fotografia per le riprese geometriche ma mai pretestuose né da videoclip).
Non si puo' nascondere che certe metafore sociali a volte troppo tirate e l'immaginario religioso un po' calcato (nonche' una scena di sesso gratuita, anche se di nuovo vedo lo zampino della produzione) appesantiscano la struttura, ma non abbastanza da penalizzare l'opera, che con coraggio riesce a restare in equilibrio tra horror, thriller e dramma senza per questo perdere le caratteristiche migliori di ognuno dei tre generi. E alla fine restano maggiormente nella memoria gli interessanti e articolati rapporti fra i credibili personaggi che non le comunque presenti scene sanguinose... e pensare che quasi lo scambiavo per Hostel dalla copertina!

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