domenica 20 aprile 2008

Juno (2007) di Jason Reitman

Film sottile questo Juno. Si fa piacere per tutti i motivi che non ti aspetteresti da una pellicola con tutto questo hype. Dispiace dirlo, ma a volte quello che precede l'uscita di un film a volte rischia di corromperne la visione. E questo vale per le polemiche (inutili e fuori luogo) quanto per le nomination, e l'oscar vinto in questo caso. Tutte queste cose assieme (e l'eventuale fauna da sala che avrebbe potuto aspettarmi al cinema) mi preoccupavano un po', ma visto che la versione originale, pronta da un pezzo, non riusciva a trovare posto nella mia programmazione, ho dovuto malavoglia optare per la nostra cara uscita doppiata.
Fortunatamente posso lamentarmi solamente di questo, infatti l'adattamento mi è sembrato assai stridente nei toni (troppo positivi?), soprattutto nelle parti che rendono il film un gioiellino, cioè quelle in perfetto equilibrio tra il melodramma e la commedia, dove si vede la vera bravura della lodata Diablo Cody, sceneggiatrice ex stripper (con manie di protagonismo sembra, ma come darle torto!) che avrà sicuramente una grande carriera davanti a sè, vista l'abilità dimostrata in quest. Infatti se in Thank You for Smoking tutte le lodi erano per il giovane Reitman e la sua frizzante direzione, qua capisce tutto e si mette un po' da parte, lasciando il campo ad uno script praticamente inattaccabile, che correva il solo rischio di essere sovra recitato. Ed entra in gioco il secondo miracolo, questa Ellen Page che ai più sembra essere spuntata dal nulla, ma che senza modestia tenevo d'occhio da tempo, dopo aver visto lo sconvolgente ed inedito in Italia Hard Candy, che mi aveva portato all'attenzione in tempi non sospetti la sua cristallina bravura.

L'attrice poco più che diciannovenne riesce nella difficile impresa di portare in scena tutti i tic, i pensieri e le insicurezza di un adolescente, senza mai risultare didascalica né bidimensionale. La vediamo su quello schermo e pensiamo che è proprio Juno, una ragazzina che cerca di affrontare come meglio le riesce una situazione difficile in cui si è ficcata. Non ci sono sottotesti moralistici o parallelismi sottili, e' puro e semplice cinema che parla di persone e fatti, ed è forse il miglior cinema indipendente degli ultimi tempi, se così si può chiamare senza offendere nessuno.
Perché del cinema indipendente ha sì le origini, ma riesce a staccarsi dagli stereotipi ormai pesanti fatti di famiglie problematiche (quella di Juno e' una famiglia che, per quanto non perfetta, piace allo spettatore senza mai ammiccare), società ostile (nel film la società offre varie possibilità alla neo mamma, a patto che lei sappia accettare la propria situazione per prima) e finali strappalacrime (per quanto questo non sia neppure un happy ending hollywoodiano badate!).
Una boccata d'aria, alla faccia di chi è riuscito a strumentalizzarlo senza pudore.

Nessun commento: