E' interessante come a volte certi film entrino nella mia rotazione senza nemmeno ricordarne il motivo (e visto che disdegno i noleggi, immagino il mio feed reader abbia le sue colpe!). E sono poi quelli che danno piu' soddisfazione, senza aspettative vengono valutati meglio.
E' il caso di questo film, abbastanza sconosciuto da noi, ma molto apprezzato all'estero, anche perche' tratto da una riuscita opera teatrale. E infatti si notano tutte le caratteristiche ereditate: dialoghi precisi e brillanti, con una profondita' rara nel medium cinematografico, personaggi delineatissimi e godibili, locazioni semplici e abbastanza ridotte, ma soprattutto scene che spesso stanno in piedi da sole, quasi a rappresentare gli atti teatrali. Il tutto mischiato con tono leggero ma che sa diventare serio nelle parti che si muovono tra tragedia a commedia amara. Ed e' questo equilibrio la parte piu' viva del film, che affronta temi non facili come la maturazione, l'educazione, il ruolo della cultura, l'omossessualita', in maniera mai banale e personalissima, senza urlare verita' assolute, ma dando allo spettatore gli strumenti per formare sia l'opinione che l'eventuale critica della stessa. Strepitosi tutti gli interpreti, che sono gli stessi dell'opera teatrale, sempre credibili e mai tentati da inutili virtuosismi, con una menzione particolare al professore Hector, che con la sua mole e bravura domina ogni scena e trasuda professionalita' in ogni battuta, facendo valere le sue origini di vero attore shaksperiano.
sabato 23 febbraio 2008
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